Omosessualità: è davvero bianco o nero?

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Omosessualità: è davvero bianco o nero?

Carla è una donna di 38 anni, molto femminile, di successo, affermata nel suo lavoro di imprenditrice, soddisfatta della sua vita, se non fosse che da circa dieci anni nasconde la vera se stessa alla sua famiglia e ai suoi amici, perché Carla è omosessuale.

Omosessualità: è davvero bianco o nero?



Carla è una donna di 38 anni, molto femminile, di successo, affermata nel suo lavoro di imprenditrice, soddisfatta della sua vita, se non fosse che da circa dieci anni nasconde la vera se stessa alla sua famiglia e ai suoi amici, perché Carla è omosessuale.

Fin dall'adolescenza non ha mai provato attrazione per i ragazzi, non ha mai avuto un rapporto eterosessuale, al contrario si è sempre sentita particolarmente "vicina"alle altre ragazze. Dopo qualche relazione poco importante, a 28 anni conosce una donna di cui si innamora e con cui sta da quel momento, solo che nessuno lo sa e di certo questo la fa soffrire molto, ma non è la sofferenza del nascondersi da tutti a spingerla a chiedere il supporto di uno psicologo.
Da circa un anno nella sua vita entra un'altra persona che le sconvolge l'esistenza e con cui tradisce la sua compagna: un uomo.
Lei è innamoratissima di lui, per la prima volta fisicamente molto attratta da un uomo, ma adesso è confusa, non sa più chi è, adesso si chiede: sono omosessuale o no?
Il pensiero dell'uomo e della donna della porta accanto è che non è possibile svegliarsi un giorno a 40 anni e scoprire che non si è eterosessuali ma omosessuali o viceversa.
Certo questa scoperta non avviene esattamente dall'oggi al domani, è un percorso lento e faticoso, molto doloroso anche, ma succede.
In realtà, non sempre quando si parla di omosessualità e di orientamento sessuale (perché l'omosessualità è un orientamento sessuale, non è una malattia e non è una scelta) si può parlare di bianco o nero e la storia di Carla ne è una testimonianza, la nostra cultura ci ha abituati a pensare e parlare in termini di dicotomie, per cui se si è omosessuali non si può avere una storia eterosessuale e viceversa, l'una esclude l'altra.
Forse più che di una dicotomia così netta, sarebbe più corretto parlare di un continuum, ai cui estremi ci sono da un lato gli eterosessuali, che non hanno mai provato attrazione per il proprio sesso di appartenenza e dall'altro gli omosessuali, ma tra questi due estremi ci sono anche tante altre persone che, pur non essendo omosessuali hanno avuto entrambe le esperienze, alcuni solo in circostanze estreme e rare come quelle dell'isolamento carcerario, altri anche in situazioni molto più comuni, per il desiderio di un'esperienza trasgressiva e inconsueta, senza però per questo essere e sentirsi omosessuali.
Infatti il semplice fatto di avere avuto dei rapporti sessuali con persone del proprio sesso non porta automaticamente ad essere omosessuali (e viceversa), essere omosessuali significa soprattutto desiderare nel profondo e in modo stabile di vivere la propria affettività e la propria sessualità con una persona appartenente al proprio stesso sesso.
Ci sono poi altri che da sempre sentono un trasporto tanto affettivo quanto fisico per entrambi i sessi allo stesso modo.
Quindi non tutto è bianco o nero, ci sono innumerevoli sfumature di grigio.